Sii regolare ed ordinato nella tua vita, cosi chè tu possa essere violento ed originale nel tuo lavoro. G.Flaubert

Ciò che tu guadagni che non serve alla vita tua è in man d'altri senza tuo grado. L. Da Vinci


venerdì 22 febbraio 2013

LADRO DI BICICLETTE. CENT'ANNI DI ALFRED JARRY DI ANTONIO CASTRONUOVO

UN SIMPATICO LIBRETTO SU UN ANARCOCICLISTA DELLA BELLE EPOQUE.
UN ESEMPIO DA CONOSCERE E DA NON IMITARE, PER RISPETTO DI SE STESSI E DEGLI ALTRI...

E’ il 10 dicembre 1896. Il Nuovo Teatro di rue Blanche a Parigi è gremito di gente. Ci sono anche Mallarmé, Paul Léautaud e Jules Renard ad assistere all’ esordio dell’Ubu Re di Alfred Jarry, quando sul pubblico piomba la prima battuta: “Merdre!, in italiano: merdra!” Ed è subito scandalo. L’opera di Jarry, con le sue provocazioni, la sua forza satirica, la sua fattura anarchica, entrerà nella storia del Teatro, sconvolgendone gli impolverati schemi accademici. Intorno alla caricatura del protagonista, un goffo e buffo professore liceale di Rennes, Jarry costruirà la sua fama, tanto che “l’immonda creatura” lo inseguirà fino all’ultimo dei suoi giorni. Ma chi è veramente Alfred Jarry? Il padre di Ubu (anche se non volle dichiararlo mai), la penna del dottor Faustroll e l’inventore della Patafisica, la scienza delle soluzioni immaginarie. In sella a una fiammante Clément de luxe 96 course sur piste del valore di 525 franchi, che lo immortala in una foto d’epoca, scorazzerà da Parigi a Corbeil, dalla campagna alle cantine in cui si farà rifornire di litri immemorabili di vino, bello bello nei suoi pantaloni alla zuava, con tanto di scarpine sportive numero 36, cappellino tondo a tesa stretta e casacca corta scura. Nulla di strabiliante in tutto ciò, se non fosse che la bicicletta Jarry non la pagò mai, come le bottiglie di vino che gli tennero spesso compagnia. I creditori ebbero poco da concretizzare di fronte a un personaggio tanto bizzarro, così lucidamente folle e spiazzatamente geniale. Persino al geometra che gli edificò il suo adorato Tripode lungo la Senna, una baracca 3,33 metri di lunghezza per 3,67 di larghezza versò in tutto 8 franchi d’acconto e poi più uno spicciolo. Una vita votata alla deformazione della realtà? Esattamente. Alfred Jarry, il visionario, l’eroe dell’illegalità, il placido impostore, nella sua brevissima comparsata sulla terra, ha giocato con il potere persuasivo dell’immaginazione, capace di generare mondi paralleli possibili nella loro inverosimiglianza...E’ il 1° novembre 1907 quando l’iniziatore del moderno, il precursore del movimento surrealista, l’indagatore dell’eccezione alla regola muore. Direte voi: la morte sarà stata l’unica circostanza che non è riuscito a trasfigurare. Non lo sapremo mai, in verità io non ci giurerei. Ultimamente, informa l’accorto e discreto autore di questa storia in tre mini-atti, Jarry cominciò a frequentare la “fata verde”, l'assenzio… Conoscete voi gli effetti? Nota per i lettori: Ladro di biciclette, edito da Stampa Alternativa, rientra nella collana dei mitici Millelire, oggi trasformatisi in 1 Euro, con cui Marcello Baraghini dal 1989 continua la sua sfida all’intelligenza, in controtendenza con il marketing dell’editoria standardizzata, offrendo minuscoli libri di qualità, che provocano, fanno riflettere, danno voce agli ultimi, costruiscono incertezze… a un prezzo simbolico.

RECENSIONE DA MANGIALIBRI.COM

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